
Nella mia colazione raccontata di oggi (tra poco andrò a vedere cosa ho preparato la mia amica Crisula @nonsoloporridge) vi parlerò brevemente di Cioran, grande scrittore, saggista e aforista rumeno che, nato in Romania nel 1911, si trasferì in Francia, dopo la seconda guerra mondiale, scrivendo solo in francese, e abbandonando la lingua madre. Certo, non una lettura comoda, facile per una colazione. Ma ogni tanto leggerlo fa bene. Esistenzialista, cinico, ironico, a volte mistico, a volte troppo amaro, il pensiero di Cioran è stato influenzato, tra gli altri, anche dal nostro immenso Giacomo Leopardi, avvertito quale “fratello d’elezione” per il suo pessimismo e per il grido di significato sulla vita. In un periodo aureo per la cultura romena, frequentò scuole importanti, leggendo moltissimo filosofia e letteratura europea. Spesso insonne, diceva che la filosofia era una forma terapeutica di stare al mondo e di non farla finita. Vi risparmio gli aforismi tristi, perché non sono adeguati a una bella domenica di marzo. Ma ce ne sono alcuni che ci aiutano a risvegliarci dal torpore. Sui “Quaderni”, si può leggere infatti: “Quello che mi interessa è la mia vita. Per quanti libri sfogli, non trovo niente di diretto, di assoluto, di insostituibile. Dappertutto è il solito vaniloquio filosofico”. E non ha ragione?
E in una celebre intervista radiofonica rilasciata a Paul Assall della radio tedesca SWF nel 1985, dice: “La speranza è più della vita. È l’essenza della vita. Ecco perché è così difficile essere assolutamente disperati. Perché la speranza è qualcosa di misterioso. È il segreto della vita. Nella vita mi sono chiesto spesso: «come può la gente solo sperare?». E mi sono detto: «tu stesso sei pieno di speranze inconsce, speranze di cui non sei consapevole!». La speranza è il mistero della vita. Forse l’unico segreto della vita.”
Mi sento animato, così, e vi lascio, dunque, la foto e la ricetta di oggi. Sapete cos’è ? È una “Chisăliță”, una deliziosa zuppa di prugne rumena solitamente servita su un pezzo di pane o di polenta. In alcune regioni della Romania, le prugne sono sostituite da ciliegie o amarene. Si può servire a colazione o come dessert, dopo pranzo, visto che in Romania si finisce molto spesso con un dolce a base di composte di frutta con il pane.
La ricetta è tratta dal sito web di Irina Georgescu, autrice del libro “Carpathia” (2020).
Ingredienti:
500 g di prugne
1 litro d’acqua
1 cucchiaino di miele – facoltativo, ma dipende dalla dolcezza o meno delle prugne (io l’ho messo, visto che ho il “dente dolce”, come dicono gli anglosassoni)
2 baccelli di cardamomo nero: togliere i semi dai baccelli e pestarli in un mortaio
Per il pane all’uovo:
Un paio di fette di buon pane (anche pane in cassetta) o di polenta
1 uovo sbattuto, mescolato con 1 cucchiaio di latte
Zucchero a velo per spolverare
Metodo
Tagliare a metà le prugne e metterle in una casseruola piccola insieme all’acqua. Portare a ebollizione, quindi abbassare la fiamma, aggiungere il cardamomo e cuocere a fuoco lento finché non diventano molto morbide, quasi al punto da poterli schiacciare se lo si desidera.
Se si vuole la versione senza buccia, come ho fatto io, passarle al setaccio e rimettere la salsa nella padella. Aggiungere 1 cucchiaio di farina di mais e mescolare per 2-3 minuti, finché non si sia addensata.
Nel frattempo, prepara il pane all’uovo immergendo le fette nel composto di uova. Scaldare un po’ d’olio in un tegamino e friggere il pane su entrambi i lati fino a doratura. Mettere da parte, assorbendo l’eccesso di olio su un tovagliolo di carta. Poco prima di servire spolverare con zucchero a velo. Servire la “chisăliță” sopra il pane, oppure affettare il pane in piccoli triangoli e immergerli nella salsa.