
Non avevo mai provato a fare un dolce con la camomilla. Mi sono lasciato sedurre dalle parole di Thalia Ho nel suo libro “Wild Sweetness” che sembrano frammenti di lirica greco, di Saffo, per intenderci: “il sapore della camomilla è come un lungo, lento sussurro. È uno dei fiori meno inebrianti, morbido, rilassante e pastoso, mai un urlo. Non puoi forzarlo; deve venire da te, e lo farà, a suo tempo”. Cioè, ma come si fa a non lasciarsi prendere da queste parole e farle diventare magicamente un dolce?
La camomilla si chiama in spagnolo “manzanilla”, cioè “piccola mela”… e non è del tutto erroneo… perché il termine deriva dal greco khamaimelon, che vuol dire proprio “piccola mela”. Ho letto e imparato che esistono molte specie di camomilla anche se le più utilizzate sono la Matricaria chamomilla (o Matricaria recutita) nota anche come “camomilla tedesca” e la Anthemis nobilis (o Chamaemelum nobile) chiamata anche “camomilla romana”. La Matricaria chamomilla è conosciuta fin dai tempi più antichi e già gli antichi egizi ne facevano grande uso. Alcuni nostri progenitori la usavano al posto del tabacco: una sigaretta di camomilla, ci pensate? Tutti a nanna…insomma…
Con la Matricaria si ottiene un gusto più dolce e delicato, mentre l’Anthemis nobilis rimane più amarognola. La cosa mezza incredibile è che con la camomilla si possono aromatizzare confetture, caramelle e gelati e anche i liquori, come per esempio il vermouth e si possono preparare alcuni dolci… Come questo che vi propongo: uno shortbread, cioè un biscotto burrosissimo (e perciò buonissimo) della tradizione anglosassone. Scegliete un cioccolato bianco non troppo invadente (cioè, della migliore qualità, non uno “zucchero con cacao”…) e della Anthemis nobilis, secondo me. Ma se non avete a disposizioni i fiori di camomilla secchi, usate pure la stessa quantità di foglie da tè (di quelle per l’infuso, ma sempre, mi raccomando, di ottima qualità!). Questo dolce è di una delicatezza incomparabile. Provatelo. Fidatevi. Si mangia freddo. Ottimo per la stagione calda che sta iniziando. Trovate sul blog la ricetta.
Ingredienti per 9 pezzi
230 g di burro non salato, ammorbidito, a temperatura ambiente, più extra per ungere la teglia
230 g di farina 00
65 g di farina di riso
½ cucchiaino di sale
1 cucchiaio di fiori di camomilla secchi
100 g di zucchero granulato, più altro per la parte superiore
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
scorza di limone
85 g di cioccolato bianco tagliato grossamente
Metodo
Preriscaldare il forno a 160ºC. Imburrare e foderare una teglia quadrata da 20 cm con carta da forno, lasciando una leggera sporgenza sui lati. Setacciare insieme la farina, la farina di riso e il sale, quindi incorporare la camomilla. Nella ciotola di una planetaria munita di attacco a paletta, montare il burro a velocità media fino a ottenere un composto omogeneo, circa un minuto. Aggiungere lo zucchero e sbattere fino a ottenere un composto chiaro e cremoso, quindi incorporare la vaniglia e la scorza. Abbassare la velocità del mixer e aggiungere gli ingredienti secchi. Montare fino a quando non inizia a formarsi un impasto morbido (dovrebbero esserci ancora delle piccole “zone” di farina non lavorate dappertutto), quindi incorporare il cioccolato. Versare nella teglia preparata, aiutandosi con il dorso di un cucchiaio per pressare in uno strato uniforme. Spolverizzare la superficie con un po’ di zucchero in più. Potete abbondare a questo punto, se preferite una crosta più consistente. Cuocere per 30-35 minuti, fino a doratura. Sfornare e utilizzare subito un coltello affilato per inciderlo in nove pezzi o altra quantità se li taglierete rettangolari. Fare raffreddare prima di sfornare e servire.
Vabbè… E non dico altro!
Questo li faccio, sono troppo curiosa, ma mi avrai sulla coscienza! 😉😂
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Hahaha! Una coscienza dolce… 😂😂😂😂
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