
“Quando mi lamentavo per il divieto del dolce, mia madre diceva: ‘Ti passerà’. Errore. Non mi è mai passato”. Così dichiara nel libro “Biografia della fame” Amélie Nothomb. Non so se l’avete mai letta. Scrittrice belga, ma di fatto, dalla vita cosmopolita. Amante sconsiderata del Giappone. Zucchero-dipendente. Già basta tutto questo per farmela garbare assai. Ha trascorso parte della sua vita in Asia, innamorandosi della cultura orientale al punto che non capisce perché debba andare via e abbandonare la sua babà giapponese e la lingua giapponese. Beh, ci siamo. Mi fa troppa simpatia. È fatta: siamo forse fratelli. Poi New York, seguendo i genitori diplomatici. E qui le mie strade e le sue definitivamente si separano…. A me piace molto per il suo stile ironico, forte, giovanile e divertentemente amaro. Oltre al libro già citato, ce ne sono altri simpatici come “Igiene dell’assassino”, “Le Catilinarie”, e “Metafisica dei tubi”. I titoli sono curiosissimi. Nei suoi libri l’amore per la cucina, soprattutto per i dolci fa spesso capolino, per non parlare poi di certe fissazioni gastonomiche come il ribes, la cioccolata, e le zucchine. Fissazioni, cioè costanti, ripetitive, ma mai noiose. Sua sorella Juliette, scrittrice anche lei e cronista gastronomica per un settimanale belga, cuoca sopraffina autodidatta e studiosa di storie di cucina, ha dedicato un libro ispirato proprio dalle passioni culinarie di Amélie e dei suoi personaggi stravaganti. Forse questo dolce, il “Far Breton”, un piatto semplice ed elegantissimo al tempo stesso, non si trova tra le sue pagine. Ma mi sono sempre chiesto come Amélie lo descriverebbe. Senza dubbio l’avrebbe evocato con una specie di commemorazione “sublime” rovesciata, un po’ mostruosa, un po’ comica, chissà, ma facendoci venire l’acquolina in bocca sulle pagine. Spero di farla venire anche a voi che mi leggete. Questo “Far Breton” merita veramente. E se non lo avete mai fatto, è arrivata l’ora. Contate 35 minuti. E il dolce è servito, mesdames et messieurs.
Ingredienti per 8 persone
300 g di prugne denocciolate
120 ml di rum scuro
760 ml di latte intero
130 g di zucchero
1 baccello di vaniglia inciso per il lungo, i semi raschiati e tenuti da parte 4 uova grandiun pizzico di sale
225 g di farina 00 setacciata
1 cucchiaino di burro salato, più un po’ per la teglia
Mettete le prugne e il rum in una ciotola piccola per almeno 2 ore, per far inzuppare bene le prugne. Scolatele e conservate il rum. Tenete da parte separatamente. Scaldate il forno a 200°C. Imburrate una teglia di 18 × 28 cm. 3. Mettete in una casseruola il latte, lo zucchero, il baccello e i semi di vaniglia, e portate a bollore su fuoco medio. Nel frattempo, in una ciotola capiente, sbattete le uova e il sale.
Eliminate il baccello di vaniglia e versate lentamente il latte caldo nelle uova, sbattendo sempre. Unite il rum tenuto da parte e continuate a sbattere. Incorporate a poco a poco la farina. Versate metà dell’impasto nella teglia. Spargete le prugne in modo uniforme e versatevi sopra l’impasto rimasto. Infornate e cuocete per 30 minuti.
Portate la temperatura del forno a 180°C. Sfornate il far e con delicatezza spargete il burro sulla superficie. Infornate di nuovo per circa 10 minuti, finché il far si rassoda al centro. Lasciate raffreddare completamente sopra una gratella prima di tagliare a pezzi e servire.
PS La ricetta del Far Breton proviene dal libro “French Country Cooking”, di Mimi Thorisson, Clarkson Potter, 2016.
