“SUKSESSKAKE” ovvero TORTA NORVEGESE con crema e mandorle

Ieri ho pubblicato l’intervista che ho fatto a Brontë Aurell, autrice di “Fika and Hygge”, uno dei miei libri di cucina preferiti, lo scorso mese di dicembre a Londra.

Correte a leggerla su Starbooks !

E in omaggio a Brontë, ma anche a chi mi legge, ho preparato un dolce norvegese, la Torta del Successo, che faceva parte della mia lista dei desideri da un po’ di tempo. Il colpevole è un mio carissimo amico brasiliano, Ribamar (nome un po’ bizzarro e fuori dai nostri canoni italiani) che per un periodo si è messo in testa di dover mangiare tutto “gluten-free”. La torta è stata un tale successo – di nome e di fatto! – che adesso Riba adotta qualsiasi scusa “gluten-free” per richiedermela di nuovo! E gluten-free lo è veramente! 

Ingredienti per 8 persone

Per la Base

200 g di mandorle intere

160 g di zucchero a velo 

5 albumi

un pizzico di sale

Per la Crema

5 tuorli d’uovo

100 ml di panna liquida da montare

100 g di zucchero semolato

150 g di burro, tagliato a pezzetti e a temperatura ambiente

cioccolato semi-amaro per decorare

2 teglie per torte rotonde da 20 cm, unte e rivestite con carta da forno

Procedimento 

Preriscaldare il forno a 160°C.

Macinare grossolanamente le mandorle in un robot da cucina, lasciando lì alcuni pezzi più grossi. Unire le mandorle tritate con lo zucchero a velo e mettere da parte.

In un mixer montare gli albumi con un pizzico di sale* fino allo stadio soft peaks**. 

Aggiungere la miscela di mandorle tritate e incorporarla delicatamente agli albumi.

Versare il composto negli stampi e cuocere in forno preriscaldato per circa 35-40 minuti o fino a quando uno spiedino inserito nel mezzo non risulti pulito e il colorito dell’impasto sia ambrato. Rovesciare con cura su una griglia e lasciar raffreddare completamente.

A questo punto, si prepara la crema. Mettere i tuorli d’uovo, la panna liquida e lo zucchero semolato in una casseruola a fuoco basso. Portare a ebollizione, mescolando costantemente con un fouet: appena comincia a bollire, togliere la casseruola dal fuoco. Per controllare che la crema sia pronta, basta immergere una spatola o un cucchiaio e quindi passare con cautela il dito sul dorso della spatola o del cucchiaio. Se la crema ottenuta scorre senza lasciare grumo, allora è pronta.

Lasciare raffreddare la crema a temperatura ambiente. Quindi sbattere lentamente il burro a temperatura ambiente, usando una frusta elettrica, un po’ alla volta, finché non si avrà una crema bella lucida e spessa.

Distribuire 2/3 della crema sulla prima base, aggiungere poi l’altro strato di mandorle e finalmente aggiungere la copertura rimanente sulla parte superiore. Decorare con riccioli di cioccolato, tagliare delle fette e servire da frigorifero. 

*Sappiamo ormai da tempo che il pizzico di sale non serve a montare gli albumi a neve (né sarebbe necessario per questa ricetta)… ma qui è riportato così… 

**Gli albumi non devono raggiungere lo stato di neve ferma. 

Note

I passaggi della ricetta sono ben spiegati. La base di mandorle, albumi e zucchero a velo è una dacquoise che rimane un po’ “gooey”, appiccicosa, morbida e gommosa al tempo stesso. 

La ricetta è considerata quasi un patrimonio della pasticceria norvegese. 

Personalmente aspettavo, non so perché, né come spiegarlo, qualcosa di differente, e comunque sono rimasto stupefatto dal risultato. Molto buona e gradita da tutti coloro che l’hanno assaporata, la crema è veramente strepitosa e fa tutta la differenza perché ammorbidisce la base di mandorle. 

È necessario che sia gustata da frigorifero affinché la torta, assemblata, possa assentarsi bene. 

Ho cotto la torta in 35 minuti esatti. Non avendo due stampi da 20 cm di diametro l’uno, ho usato un unico stampo rettangolare di 30 cm x 22 cm. Era leggermente più grande dell’area totale dei due stampi circolari. Forse per questo motivo ho avuto qualche difficoltà a tirar via la carta forno dalla torta, anche se alcuni amici locali mi hanno detto che la qualità delle carte forno che si vendono qui è decisamente molto scadente. 

Ma la colpa è tutta mia e non della matematica che è una scienza esatta… 

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