“BEGHRIR”, I PANCAKES MAROCCHINI, PER LE COLAZIONI RACCONTATE, E UN SAGGIO DI TAHAR BEN JELLOUN

Tempo fa ho riletto, con mio nipote, in sessioni virtuali, grazie al mitico whatsapp, un opuscolo breve ma molto intenso e significativo,“Il razzismo raccontato a mia figlia di 10 anni”, di Tahar Ben Jelloun. È una specie di saggio scritto in forma di dialogo domanda-risposta dallo scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun. Il libro è stato pubblicato nel 1998 ed è stato tradotto in oltre 25 lingue. Ben Jelloun è convinto della possibilità e del dovere di educare i giovani ai valori del rispetto e della tolleranza. Il libro, destinato ad un pubblico giovane, proprio per spiegare, con un linguaggio molto semplice, che cos’è il razzismo, spiega come non bisogna sottovalutare o trascurare le piccole cose, non bisogna lasciar correre, perché questi comportamenti possono svilupparsi e prosperare anche tra le persone che avrebbero potuto facilmente evitare di abbandonarsi al flagello razziale. La domanda che gira attorno al volumetto è perché l’essere umano ha assunto un triste comportamento di discriminazione verso chi è diverso, per il colore della pelle, per la diversa religione, per la nazionalità o per, addirittura, il sesso. Un libretto quanto mai attuale. Ancora più belle le conversazioni che ne sono nate con mio nipote sotto questo aspetto.
Oggi ricominciamo le #colazioniraccontate con la mia cara amica Crisula @nonsoloporridge. Nulla di più adeguato al libro di Ben Jalloun che questi “beghrir”, i pancake marocchini, leggeri e pieni di mille buchi (come sono pure chiamati). In Marocco, si mangiano spesso durante il Ramadan, e vengono vendute per strada come spuntino mattutino o fatte in casa, solitamente a colazione, servite con burro e miele. Si riscaldano bene, quindi si possono preparare facilmente la sera prima e tenerli coperti fino al mattino per riscaldarli in un forno a temperatura media prima di servire. Cosa ancora più bella: si congelano molto bene; tutto quello che dovete fare è metterli direttamente dal freezer in forno ben caldo per scongelarli e poi sbizzarritevi: miele, marmellata, nutella, eccetera…

La ricetta è tratta da “Sweet Middle East: Classic Recipes, from Baklava to Fig Ice Cream”, di Anissa Helou, 2015.

Per circa 6 “beghrir”

200 g di farina di semola fine
50 g di farina 00
1 cucchiaino di lievito biologico secco
1/2 cucchiaino di sale fino
1 uovo grande
420 ml di latte intero
Olio di semi di girasole per friggere
Burro non salato per servire
Miele (o altro, nutella, marmellata, ecc.), per servire

Metodo
Mescolare la semola, la farina, il lievito e il sale in una ciotola capiente. Sbattere l’uovo e unirlo al latte. Aggiungere gradualmente il composto di latte alla semola e mescolare bene fino ad ottenere una pastella cremosa. Coprite con pellicola trasparente e lasciate riposare in un luogo caldo per 2 ore.
Quando la pastella risulterà spumeggiante, ungete leggermente una padella antiaderente e mettetela a fuoco medio. Quando la padella è calda, versate un mestolo di pastella per fare una frittella di 18-20 cm di diametro. Cuocere da un lato per 2 minuti, o fino a quando la parte superiore non sarà completamente butterata e asciutta. La frittella risulterà liscia e dorata sul lato cotto. Trasferire su un canovaccio da cucina pulito e finire di preparare il resto delle frittelle. Oliare nuovamente la padella dopo aver preparato la seconda frittella e ancora dopo la quarta. Non impilare i pancake uno sopra l’altro finché non si sono completamente raffreddati. Puoi renderli più piccoli facendoli cadere nella padella a cucchiaiate. Servite le frittelle con burro e miele, o farcirli con ciò che più si vuole.

PS: Per una versione più leggera, si possono sostituire 180 ml (dei 420 ml) di latte con acqua.

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