
Oggi sono in vena di confessioni “inconfessabili”. Da giovane (e quando si scrive così vuol dire che il tempo è passato) ho sempre snobbato la cucina italiana. Da quando vivo all’estero (e di acqua sotto i ponti ne è passata veramente parecchia!) ho sempre preferito – e giustamente, direi – conoscere il paese che mi ospitava con la letteratura, l’arte e la cucina. Odio il pensiero coloniale, e non mi piace tanto neppure l’idea di expat. Ma la saggezza viene con l’età… e soprattutto aumenta la nostalgia della terra natale. Però, per andare di stranezza in stranezza, uno dei primi libri di cucina che ho preso in un raptus “Amazon-style ” è stato “The Essentials of Italian Cooking” (1992), di Marcella Hazan, una delle maestre spirituali di Nigella, per esempio. Nata a Cesenatico nel 1924, i suoi libri di cucina hanno introdotto il pubblico statunitense e britannico alle tecniche della cucina tradizionale italiana. Vincitrice di molti premi gastronomici importanti, le malelingue vogliono dire che scriveva sempre e solo in italiano e che era il marito, Victor Hazan, ebreo sefardita nato in Italia e cresciuto nella Grande Mela, a tradurli.
Questo libro, da cui vi propongo questa deliziosa e viziante torta burrosa di polenta e altre delizie, non ha foto! Ma perché? Vorrei qui l’emoticon della disperazione. Inoltre, c’è solo una piccola sezione su dolci e dessert. Ma è bellissimo. Dalle pagine trapela l’Italia culinaria. Marcella Hazan dice che questo dolce le fu trasmesso dall’importante critico gastronomico, chef e scrittore James Beard, che ne rimase soggiogato mangiandolo durante un soggiorno a Venezia. È un dolce denso, umido e dall’aspetto rustico, con fichi secchi, uva sultanina, pinoli e semi di finocchio, il che ricorda la gloriosa Venezia, porta d’Oriente. Ci va solo un uovo. Vizia, ve l’ho già detto. E qui mi taccio.
I ricordi del Veneto inondano anche le pagine del magnifico blog della mia amica Terri Salminen. Il suo “Beautiful Food Stories” è corredato da immagini poetiche, alcune delle quali ricordano le atmosfere essenziali delle nature morte olandesi. È come un viaggio nella luce delle fotografie. In questa luce si fissano i ricordi di Terri e questi ricordi sono associati a delle meravigliose ricette.
Ingredienti per uno stampo rotondo da 22 cm (6-8 porzioni)
140 g di di farina di mais, grossolana (non la varietà istantanea!)
1 ½ cucchiaio di olio extravergine di oliva
110 g di zucchero semolato
50 g di pinoli
50 g di uva sultanina
115 g di fichi secchi, tagliati a pezzettini
30 g di burro
1 uovo
2 cucchiai di semi di finocchio
120 g di farina 00
Metodo
Preriscaldare il forno a 200 ° Celsius.
Ungete e foderate la base e i lati di uno stampo da 22 cm di diametro.
Mettere lo zucchero, i pinoli, i fichi tritati, l’uva sultanina e i semi di finocchio in una grande ciotola e mescolare brevemente per unire. Mettere l’uovo e la vaniglia in una piccola ciotola separata e mescolare brevemente per unire.
Portare a ebollizione 500 ml di acqua salata. Versare la polenta lentamente, mescolando tutto il tempo. Continuare a sbattere, aggiungi l’olio e poi sostituisci la frusta con un cucchiaio di legno. Cuocere per qualche minuto finché non si addensa. Togliere dal fuoco e raschiare nella ciotola con la frutta secca e mescolare. Aggiungere il burro e mescolare fino a quando non si sarà sciolto e amalgamato, quindi aggiungere il composto di uova e vaniglia e mescolare. Infine aggiungere la farina e mescolare bene in modo che il composto della torta sia omogeneo. Versare il composto nella tortiera preparata e lisciare la parte superiore come meglio possibile con il dorso di un cucchiaio.
Cuocere per 45-50 minuti finché non risulti ben dorati. Togliere dallo stampo (meglio se è uno stampo a cerniera!) e lasciare raffreddare completamente su una gratella prima di servire.
Dura per 3-4 giorni in un contenitore con coperchio posto in un luogo fresco.


Finalmente sono riuscita a leggere la ricetta. Una polenta con tanta frutta secca, da provare 🙂
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Grazie, Dani! È molto buona e profumata
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Marcella Hazan è una garanzia, e non ha ispirato solo Nigella: anche Diana Henry (mi pare) ha pubblicato una ricetta della Hazan in uno dei suoi libri di cucina, un ottimo pollo al limone. E questa ricetta può solo confermarmi che vale davvero la pena avere un suo libro (e qui si apre la domanda: perché non ce l’ho ancora? Perché???).
Magnifica torta, rustica come piace a me, con sapori genuini perfettamente integrati.
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Perché? Me lo sono chiesto anch’io… sono arrivato in 😂 ciao, Mapi!!! Un abbraccio
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