BEBINCA: SCOPRITE CHE DOLCE È E VI DIRÒ CHI SIETE

Il prossimo giovedì si festeggia in America del Nord il Giorno del Ringraziamento (“Thanksgiving Day). È una ricorrenza che mi piace, nonostante sia lontana dalla mia tradizione. Un tempo era una festa religiosa ma ormai la si considera laica a tutti gli effetti. Il motivo storico è significativo. I Padri Pellegrini, che avevano abbandonato l’Inghilterra perché perseguitati come calvinisti rigidoni, avevano portato negli Stati Uniti, precisamente nel Massachussets, dei semi di vari prodotti che si coltivavano in patria e li seminarono nella terra dei nuovi territori. Per molto tempo non ci furono risultati. A un certo punto, i nativi americani consigliarono loro di coltivare granoturco e allevare tacchini. Infatti, le cose cambiarono, finalmente, nel novembre 1623. Il governatore della Colonia fondata dai Padri Pellegrini emise un ordine per ringraziare Dio dell’abbondante e inaspettato risultato del raccolto. Per la celebrazione, si decise un giorno di festa, a cui furono invitati anche gli indigeni, che furono indispensabili affinché i Padri Pellegrini potessero adattarsi alle nuove terre. Nel menù del primo “Ringraziamento Party” c’erano già tutte le pietanze che divennero tradizionali di questa giornata: il tacchino e la zucca, in primo luogo.
In onore di questa festività, oggi vi propongo la “Bebinca”, una ricetta che sembra proprio una torta di zucca, quella tipica americana del periodo, e siccome, invece, di torte di zucca non se ne può più, visto che imperversano a spron battuto da mesi sui social, questa è una torta indiana (ma anche della tradizione filippina) della penisola di Goa, chiamata “Bebinca”, fatta, in questa versione “stile mezzo pudding, mezzo cheesecake”, del bravissimo e amato Nik Sharma, con le patate dolci e il latte di cocco. Una “mock pumpkin pie”. La Bebinca originale si fa a strati. Questa semplifica tutto. E mette pace tra nordamericani e indiani. A me è piaciuta moltissimo. Altrimenti, ovvio, non ve la consiglierei…

Ingredienti per 8 persone

2 o 3 patate dolci grandi (565 g in totale)
85 g di burro fuso, più dell’altro per la teglia
6 uova grandi
200 g di zucchero muscovado
60 ml di sciroppo d’acero
1 cucchiaino di noce moscata grattugiata fresca
½ cucchiaino di curcuma in polvere
¼ di cucchiaino di sale marino fino
400 ml di latte di cocco intero
140 g di farina 00

Metodo

Preriscaldare il forno a 200 ° C. Risciacquare le patate dolci per rimuovere lo sporco, asciugarle con carta assorbente e praticare diversi fori con una forchetta per far fuoriuscire il vapore. Mettere le patate in una teglia rivestita con carta stagnola. Arrostire fino a quando non sono completamente tenere, da 35 a 45 minuti Raffreddare completamente prima di maneggiarle. Pelare le patate dolci, eliminare la buccia e ridurre in purea la polpa in un robot da cucina. Prenderne 400 g e mettere da parte. (Conservare il resto, se doveste ottenerlo, per un altro scopo). Ridurre la temperatura del forno a 180 ° C.
Foderare il fondo di una teglia rotonda da 23 cm con i lati da 5 cm con carta da forno e ungere leggermente con del burro. Mettere la teglia su una leccarda.
In una ciotola grande, sbattere insieme, con un cucchiaio di legno o con un frustino, la purea di patate dolci arrostita raffreddata, le uova, lo zucchero mascavado, lo sciroppo d’acero, 85 g di burro, la noce moscata, la curcuma e il sale fino a che diventi omogeneo. Aggiungere il latte di cocco e la farina e continuare a mescolare fino a ottenere un composto omogeneo, senza striature visibili di farina.
Versare l’impasto nella tortiera preparata e far cuocere in forno per 55-60 minuti, ruotando a metà la teglia. La torta, che avrà la consistenza quasi di un budino, deve risultare soda al tatto al centro e dorata e chiara ai bordi.
Sfornare e far raffreddare completamente su una gratella. Avvolgere la torta con pellicola trasparente e conservare in frigorifero per almeno 6 ore, preferibilmente durante la notte, perché si solidifichi bene.
Una volta che la “bebinca” si è solidificata, far scorrere un coltello affilato attorno ai lati della teglia, facendo attenzione a non rovinare la teglia, capovolgere la torta su un piatto, staccare delicatamente la carta forno e poi capovolgere su un piatto da portata.
Per servire, con un coltello affilato e seghettato, tagliare a fette la “bebinca” fredda. Conservare la “bebinca” rimanente, avvolta nella pellicola, in un contenitore ermetico in frigorifero fino a 1 settimana.

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