HVEDER, ovvero Panini danesi al burro e cardamomo

Quando ero piccolo, mia mamma dava a me e mio fratello, come merenda per scuola, dei buonissimi panini al burro che farciva di nutella. Questi «hveder» mi hanno ricordato molto il gusto del panino di anni e anni fa. Anche senza farcitura. Come si dice in Sicilia: «pani schittu, cala rittu»…

I «hveder» sono panini tipici di una festa religiosa che si celebra solo in Danimarca il quarto venerdì dopo la domenica di Pasqua. Perciò di solito, dovrebbe essere tra metà aprile e metà maggio. Si chiama «Store Bededag», letteralmente la «Grande Giornata di Preghiera». 

Quest’anno, pensate!, capita l’8 maggio che è anche il giorno del mio compleanno!!!

Anche oggi è una vacanza in Danimarca.

Lo «Store Bededag» è stato decretato dall’editto reale, presentato dal vescovo Hans Bagger Roskilde nel 1686, per sostituire le tante altre festività minori, dove si onoravano vari santi, e altri digiuni e giorni di preghiera.

In realtà è una delle poche festività sopravvissute alla grande riforma danese nel 1771 sotto il regno di Cristiano VII, quando il suo Primo Ministro, il conte Johann Friedrich Struensee, propose di mantenere questa festività religiosa luterana.
In quel tempo i carillon delle campane della Chiesa di Nostra Signora (Vor Frue Kirke) suonavano a festa e tutti i lavoratori e tutti i negozi, locande e taverne incluse, erano inoperanti.

Tuttavia, siccome la legge stabiliva che qualsiasi attività fosse vietata durante il giorno dello «Store Bededag», i fornai iniziarono a preparare panini che potevano essere riscaldati o tostati il ​​giorno successivo. A poco a poco, l’abitudine di comprare e mangiare questi panini caldi il giorno prima e il giorno dello «Store Bededag» si diffuse in tutto il paese e si mantiene a tutt’oggi.

Si possono mangiare con condimenti dolci e salati, o senza niente. Per colazione, con un po’ di burro e marmellata, per me sono divini. Caldi! Questo è fondamentale!

INGREDIENTI
(ricetta di Brontë Aurell, dal suo ultimo Brontë at Home)

7 g di lievito secco (oppure 14 g di lievito di birra fresco) – (la ricetta originale propone il doppio, ma il nostro clima non è come quello danese…)
200 ml di latte riscaldato a 36-37 gradi
100 ml di acqua riscaldata a 36-37 gradi
50 g di zucchero raffinato
550 g di farina Manitoba
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di cardamomo in polvere
100 g di burro a temperatura ambiente
1 uovo
1 altro uovo per la rifinitura

METODO
Versare il latte, l’acqua e il lievito secco nella ciotola della planetaria e mescolare. Coprire con della pellicola alimentare o con un canovaccio e lasciare in un angolo caldo della casa per circa 15 minuti, fin quando il lievito non si sia bene attivato, diventando spumoso e abbia formato delle bollicine. (Se usate il lievito fresco, invece, versare il latte e l’acqua tiepidi, far sciogliere in essi il lievito e procedere con la ricetta).
Appena il lievito secco si é attivato, aggiungere lo zucchero e mescolare, poi cominciare ad aggiungere a poco a poco la metà della farina, sempre mescolando con il gancio della planetaria. Una volta che la metà della farina é stata incorporata, aggiungere il sale, il cardamomo, l’uovo e il burro. Regolatevi con la farina. Forse ce ne sarà bisogno di meno della quantità prevista, o forse no. L’importante é ottenere un impasto liscio, omogeneo e leggermente elastico. Nella mia planetaria ci sono voluti circa 10 minuti, a media velocità.
Coprire la ciotola con la pellicola alimentare e/o un canovaccio, in un luogo caldo lontano dalle correnti d’aria, lasciando lievitare l’impasto per 40-45 minuti. L’impasto dovrebbe raddoppiare di volume.
Spolverare la farina sul piano di lavoro e posizionare delicatamente l’impasto.
Dividere l’impasto in 12 pezzi e formare delle palline uguali. Posizionare ogni palla molto vicino l’una all’altra ma senza attaccare. Coprire con un canovaccio e far lievitare di nuovo per circa 20-25 minuti.
Preriscaldare il forno a convezione a 200 gradi. Spennellare i panini preparati con l’altro uovo e cuocere per 15 minuti circa in una teglia precedentemente preparata con carta forno. Una volta dorati, ritirare dal forno i «hveder» e mangiateli caldi, senza paura di ingrassare… la vita é breve, lo si sa. Allora provateli con burro e marmellata, o senza niente. Sarà un’esperienza!

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