
“Quel gran genio del mio amico, con le mani sporche d’olio, con il cacciavite in mano fa miracoli”, cantava a suo tempo l’intramontabile, sommo Lucio Battisti.
Ottolenghi è di quelli che fa miracoli con quello che gli capita sottomano: spezie, in primis, poi frutta, alcolici, tutto è benedetto da quello che lui propone.
Ho invitato ieri a pranzo due mie amiche. La domenica è un momento da passare in compagnia. Preparo una torta salata brasiliana a base di pollo, come entrata, della pasta e fagioli, per non dimenticare che stanno entrando in una cucina italiana, e il dessert menzionato. Siamo in tre. Mangiamo felicemente, con dialoghi allegri e risate sonore, e siamo satolli. Il dessert arriva in porzioni dalle proporzioni ricche e con altezze elevate per le more impilate. Le due ragazze non si lasciano intimorire. C’è il bis di crema all’alloro (il pezzo forte!), di pezzi di torta imbevuta di ben-di-Dio, di more. Penso con cupidigia che per fortuna ho lasciato un’altra coppa piena per la cena… ma non ci arriva… pomeriggio inoltrato, apro il frigo e vedo le more che spuntano fuori, rosso-nere… mangio il “quasi trifle” in religiosissimo silenzio e con le papille gustative in festa.
La ricetta è tratta da “Plenty More”, di Yotam Ottolenghi: in originale, “Stewed Blackberries with Bay Custard and Gin”
Ingredienti per 4 coppe ben servite
480 g di more
40 g di zucchero semolato
1½ cucchiaino di acqua di rose
2½ cucchiai di gin
90 g di savoiardi (o anche avanzi di pound cake, o plumcake), in pezzi di 2 cm
360 g di gelato alla vaniglia
Per la crema pasticciera all’alloro
90 ml di panna ad alto contenuto di grassi
70 ml di latte intero
3 foglie di alloro
1 tuorlo d’uovo
15 g di zucchero semolato
Per prima cosa preparare la crema pasticciera. Mettere la panna, il latte e l’alloro in un pentolino e portare a bollore. Togliere immediatamente dal fuoco. In una piccola ciotola, sbattere il tuorlo d’uovo e lo zucchero fino a quando non saranno ben combinati. Continuando a sbattere, aggiungere lentamente il composto di latte, continuando a sbattere, fino a quando non sarà tutto combinato.
Rimettere il liquido nella casseruola e fate cuocere a fuoco medio-basso. Mescolare continuamente per circa 10 minuti fino a quando la salsa si addensa in una crema pasticciera (dovrebbe ricoprire il dorso di un cucchiaio di legno). Togliere dal fuoco, raffreddare e conservare in frigorifero.
Mettere 300 g di more in un pentolino insieme allo zucchero e far sobbollire a fuoco medio-basso per 10 minuti, mescolando di tanto in tanto, fino a quando le bacche saranno morbide ma mantenute in forma e fuoriuscirà molto liquido. Lasciare raffreddare.
Filtrare i succhi dalle more e mescolare con l’acqua di rose e il gin. Immergere i biscotti nei succhi fino a completo assorbimento.
Per servire, versare grandi porzioni di gelato in quattro bicchieri, coppe o tumbler. Coprire con i savoiardi o con i pezzi di pound cake ammollati e versarvi sopra la crema pasticciera. Aggiungere le more stufate e le more fresche rimaste e servire.
PS Le foglie di alloro possono essere eliminate dopo l’infusione oppure se volete più sapore lasciatele fino alla fine. Ottolenghi non menziona cosa fare del povero alloro.
wow questo mi prende proprio! va assolutamente provato, ho un sacco di lamponi, penso di sostituirle alle more, che ne dici?
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Secondo me potrebbe funzionare bene!!! I lamponi sono spesso acidini come le more☺️
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Avevo dimenticato quanto fosse da urlo la crema all’alloro: l’ho sperimentata da Redoner, Cacao di Sue Quinn, che la propone nella versione caramello salato. In questo simil-trifle ha l’aria di stare meravigliosamente, un fresco dessert estivo – firmato da Ottolenghi e garantito da te – da provare senz’altro!
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L’ho rifatta solo per me, Mapi, e me la sono proprio goduta!!!!
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Caspita!!! Questa coppa è da visioni mistiche 😀
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Hahaha assolutamente 🌹ciao Dani
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