
Non so se è colpa della pandemia ma confesso una certa nostalgia della mia terra d’origine. Non mi sono mai sentito un “espatriato”, anche perché ho risposto io alle proposte del destino. La patria, poi, o la “mátria” (come dice il cantautore brasiliano Caetano Veloso) uno se la porta dentro, sempre.
In questi mesi ho avuto desiderio di cucina italiana. Non di mangiarla, necessariamente. Ma di conoscere, leggere su di essa. E la cosa strana è che vi arrivo, curioso, leggendo libri scritti da altri stranieri. Una bizzarra analogia.
Così trascorro alcune ore passando da Anna Del Conte a Emiko Davies.
È bello leggere l’amore che Emiko ha per la cucina toscana e per la cucina italiana, da Nord al Sud. Quando esce una nuova pubblicazione sul blog di Emiko, corro a vedere. È come uno specchiarsi in un fascino infinito. Quante cose non conosco della mia terra! E le riscopro anche con Emiko.
Grazie ad Emiko ho anche ripreso in mano il libro “The Taste of Country Cooking” (1976), di Edna Lewis, una rinomata insegnante e scrittrice americana, che, da amante e conoscitrice, ha contribuito a perfezionare la visione della cucina americana degli Stati del Sud. E in tempo di “Black Lives Matter” e di indipendenza, Edna Lewis ci sta proprio bene. Questo suo White Pound Cake, che ho fatto con l’aggiunta di essenza di nocciole, è una gioia di sapori e di semplicità.
Cosí dall’Italia si ritorna al mondo. E non è retorico dire che la cucina unisce i popoli in fratellanza.
Ingredienti per uno stampo da plumcake da 1 litro
200 g di zucchero
220 g di burro, a temperatura ambiente (cercatene uno di buona qualità)
250 g di farina 00
125 ml di latte
Un pizzico di sale
2 cucchiaini di estratto di nocciole (o di mandorla o, meglio ancora, di liquore all’anice, come suggerisce Emiko Davies)
160 g di albumi (da circa 4 uova grandi)
Metodo
Porre della carta-forno nello stampo da plumcake e preriscaldare il forno a 150° C.
Montare il burro fino a ottenere una crema, quindi aggiungere lo zucchero e sbattere con delle fruste o in una planetaria fino a quando non diventi chiaro e cremoso. Aggiungere la farina e il latte, alternandoli fino a quando combinati, iniziando e finendo con la farina. Aggiungi l’estratto di nocciole (o quello che si è scelto) e il pizzico di sale.
In una ciotola pulitissima con le fruste altrettanto pulite, montare gli albumi fino a ottenere picchi soffici e morbidi, ma che non siano completamente a neve. Aggiungerli delicatamente un po’ alla volta fino a quando ben incorporati, senza perdere troppo aria, avendo ottenuto un impasto liscio e cremoso. In questo dolce non va alcun tipo di lievito, infatti. Versare nello stampo e metterlo in forno.
Dopo 40 minuti, aumenta la temperatura a 165° C e continuare a cuocere per altri 15 minuti o fino a quando la parte superiore non sia divenuta solida e croccante. Fare la prova stecchino: se inserito all’interno ne uscirà pulito, allora è pronto. (Edna Lewis dice di controllare dopo 15 minuti perché potrebbe aver bisogno di qualche minuto in più. Nel mio vi è rimasto ancora altri 5).
Rimuovere il plumcake dal forno e lasciarlo ancora raffreddare nello stampo per 15 minuti. Poi rimuoverlo con la carta-forno e far raffreddare completamente. Una volta raffreddato, Edna Lewis dá un consiglio che a me ha dato molta soddisfazione: dice di coprirlo con un canovaccio pulito perché così non si asciugherà ed effettivamente è rimasta super morbida anche nei giorni seguenti).
È un dolce buonissimo, da colazione o da tè delle 5, da famiglia, da nonna…. non so come dire… La mia essenza di nocciole dá un sapore unico e straordinario al dolce. Mangiandolo, fetta dopo fetta, durante questi giorni, ero contento e quasi commosso.
Molte volte i dolci sono terapeutici, soprattutto quelli che per aromi o sapori riportano alla mente stralci di vita famigliare.
Un plumcake goloso 😉
Buona settimana
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Dani, hai ragione! Bacioni e buon inizio settimana anche a te!!!!
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