
MAZARINKAKA med päron och äppelmos
Sapete che cos’è un «mazarin»?
È un tipico dolcetto svedese a base di marzapane e con una glassa bianca e zuccherina in cima.
Il nome lo si deve forse al famoso Cardinale Mazzarino, molto attivo in Francia, e ai rapporti diplomatici con Cristina di Svezia.
I «mazarin», che di solito si preparano in stampini piccoli, ovali, tipo quelli per i muffin, sono molto buoni, ma a volte diventano stucchevoli.
Ho ben due ricette tratte dai libri di Brontë Aurell. Le ho fatte tutte e due. In questa, che vi propongo oggi, per l’ultima della serie «Ventimila Mele sotto i Denti», e che proviene dall’ultimo «Brontë at Home», ho apportato delle variazioni, con «nihil obstat» e «benedizione urbi et orbi» della stessa Brontë.
Infatti, ho trovato nel supermercato delle mele che non avevo mai sentito: le «rubinettes» e le «pattes de loup».
Le «rubinettes» sono simili alle Golden Delicious.
Invece le «pattes de loup» («zampate di lupo», dalla loro caratteristica graffiata che segna la mela come una cicatrice) sono lievemente acidule, ma soprattutto hanno un gusto speciale, di anice stellato. Le «zampe di lupo» qui ci stanno benissimo – una, due bastano – anche se la priorità va alle pere. Comunque, una bontà assoluta, insomma, ve lo assicuro.
Chissà che questo post serva da transizione… dalle mele andremo, magari in un prossimo futuro, a scoprire la ricchezza delle pere….
Ingredienti per la torta
(per 10-12 persone)
200 g di farina di mandorle
150 g di zucchero semolato
150 g di zucchero a velo
150 g di burro a temperatura ambiente
2 cucchiaini di estratto di mandorle
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
4 uova
100 g di farina
50 g di amido di mais
Un pizzico di sale
2 cucchiaini di lievito per dolci
Per il topping (che nel mio caso è una mousse di mele e pere)
1 kg tra pere Beurré-Hardy (tagliate grossolanamente) e appena 1-2 mele (massimo) «Patte de loup», tagliate queste, invece, molto sottilmente, il più possibile (usate una mandolina, se l’avete)
500 g di zucchero semolato
2-3 bustine di pectina per confetture o salse di frutta
I semi di un baccello di vaniglia
Come fare questa delizia?
Si fa veramente in quattro e quattr’otto. Preriscaldare il forno a 175 gradi. In un processatore di alimenti sminuzzare il più possibile la farina di mandorle con lo zucchero semolato e quello a velo, poi aggiungere il burro e gli estratti di mandorle e vaniglia. Se è troppo spesso, aggiungere qualche goccia di acqua gelata. Poi aggiungere le uova, una per volta. Mescolare a parte la farina, l’amido di mais e il lievito, e aggiungere al mix di mandorle. Non mescolare eccessivamente, a questo punto, altrimenti il dolce risulterà duro e stopposo.
Versare l’impasto in una teglia rotonda (diametro 23 cm) già imburrata e ricoperta di carta-forno. Cuocere per 35-40 minuti. Fará comunque fede la prova stecchino. Far raffreddare completamente nello stampo e poi porre in un piatto da dessert. Quando la torta è ormai perfettamente fredda aggiungere il topping.
Facciamo il topping
In una casseruola dalla base abbastanza spessa (per evitare bruciature o che la frutta si attacchi), far cuocere la frutta con lo zucchero. Far sì che la frutta diventi della consistenza di un puré. Aggiungere le bustine di pectina e i semi della vaniglia prima del bollore e poi mischiare tutto col robot a immersione fino a che diventi una salsa cremosa, vellutata e profumatissima.
Note
Nella ricetta originale Brontë propone un topping al cioccolato. Se si vuole ometterlo, lei consiglia della panna montata con dei frutti di bosco o la semplice glassa di cui dicevo prima.
La mousse che ho fatto si combina a meraviglia con il gusto intenso delle mandorle della base.
Se non trovate le mele «zampate di lupo», usate delle mele morbide, zuccherine, lievemente acidule, ma aggiungete, comunque, se potete, la punta di un cucchiaino di anice stellato in polvere. Altrimenti, niente, non mettetele e fatela solo con le pere. Sará comunque un successo garantito.
Dedico questa torta ai miei colleghi del corso di svedese (Elvire, Sylvie, Flora, Bernard, Bijan, Christiane, Béatrice, Lucie, Henri, Deiki, -ho dimenticato qualcuno? – e alla nostra prof. Aino, di Uppsala, che mi ha detto di non aver mai mangiato un «mazarintarte» più buono di questo!).
Hej alla, tack så mycket för företaget i svenska kursen! God Jul och gott nytt år!