
Innanzitutto vi sfido a pronunciare il nome in ungherese! Vi aiuto. Si dice “macosh-megghiesh-retesh”.
Adesso andiamo a noi.
Nella rete è tutto uno spopolare di ciliegie. E mi fa un’invidia pazzesca, devo confessarlo, perché da me in Brasile, le ciliegie non ci sono, o se ci sono, appaiono verso ottobre a prezzi esorbitanti (qui si dice “hanno il prezzo di un trapianto renale”…. )
Mi sono però ricordato che nell’ultimo mio viaggio in Ungheria la mia carissima amica Karolina, che parla italiano quasi meglio di me, e lo parla con un leggero e seduttore accento veneto, mi ha regalato, tra le altre cose, un libro di dolci ungheresi, del noto Tamás Bereznay e una confettura di amarene con pezzettoni giganteschi dentro, fatta da sua mamma, che è una delizia assoluta. Con quel pizzico di gusto acidulo che ci vuole proprio.
E siccome da me siamo in inverno… mi sono cimentato con un facilissimo strudel (che è appunto RÉTES in ungherese), ricetta trovata in questo libro ricco di sorprese.
Per 6 persone
1 rotolo di pasta sfoglia
100 g di semi di papavero
150 ml di latte
60 g di zucchero
la buccia grattugiata di un limone e di un’arancia
150 g di amarene (io ho usato la confettura con le amarene giganti dentro)
1 cucchiaino di cannella in polvere
Portare il latte a ebollizione, aggiungere la cannella, lo zucchero, la buccia grattugiata del limone e dell’arancia e i semi di papavero, e cuocere il tutto finché il composto non si rassodi bene. Una volta pronto e un poco denso, aggiungere le amarene (nel mio caso, la confettura) e far raffreddare.
Stendere la pasta sfoglia su un piano e farcirla con il composto di marmellata di amarene e semi di papavero.
Arrotolare bene la pasta e sigillare i bordi in modo che il ripieno non fuoriesca. Spennellare con dell’uovo e trasferire in forno già caldo e cuocere per circa 20-25 minuti a 190 °C o fin quando dorato e croccante all’apparenza.
Una volta pronto fare raffreddare completamente e poi tagliare a fette e servire.