LA STUPENDA “SPICED APPLE CAKE”, DI OTTOLENGHI, E BELLA DI BOSKOOP

Vi ricordate di Biancaneve?

Poverina, la mela! Bistrattata da tempi più remoti, dalla nostra progenitrice, per intenderci. E poi nella storia della malcapitata Biancaneve.

Ma quant’è buona!

E poi …. “una mela al giorno leva il medico di torno”. Saggezza proverbiale.

O “Cogli la prima mela”,come cantava nel suo inno pseudo-medievale l’ottimo Angelo Branduardi.

A differenza della mia amica Chiara che deve aver subito un trauma infantile (che, spero, un giorno, mi confidi), io le mele le adoro. In tutte le forme e colori.

Soprattutto mi piacciono i nomi delle sue varietà.

Un tripudio di poesia.

Specialmente, Bella di Boskoop, che mi è sempre sembrato il nome di un personaggio della “Ricerca del Tempo perduto”, di Marcel Proust.

Stavolta andiamo con una ricetta del grande Yotam Ottolenghi che nel suo Simple (che stiamo scoprendo pian piano) fa una Spiced Apple Cake.

Per 10 persone

Ingredienti:

130 g di burro non salato, temperatura ambiente, tagliato a cubetti

150 g di zucchero semolato

3 uova grandi, leggermente sbattute

2 cucchiaini di estratto di vaniglia

300 g di farina autolievitante

1/3 cucchiaino di sale

200 g di panna acida

per il topping alle mele 2 mele Bramley grandi, sbucciate, senza torsolo e tagliate a spicchi larghi 1 cm e 1/2 (peso finale 460 g) 
 1 mela Granny Smith, sbucciata, senza torsolo e tagliata a spicchi larghi 1 cm e 1/2 (peso finale 125g)

130g di zucchero demerara

1 cucchiaio di spezie miste

Metodo:

1. Preriscaldare il forno a 180 gradi. Ungere e foderare con carta forno una tortiera rotonda a bordi alti da 23 cm.

2. Mettere il burro e lo zucchero nella ciotola di un mixer elettrico con l’attacco a paletta in posizione. Battere a velocità media fino a quando non è leggero e spumoso. Aggiungere le uova leggermente sbattute e la vaniglia, un po’ alla volta, fino a incorporarle. Setacciare la farina e il sale e aggiungere questo composto, in un paio di volte, alternando con la panna acida. Spegnere il mixer non appena tutto è incorporato. Disporre la pastella nella tortiera e mettere da parte.

3. Mettere tutte le fette di mela in una ciotola. Mescolare insieme lo zucchero e le spezie miste e amalgamare bene. Disporre con un cucchiaio le mele sulla torta. Cuocere per 60-65 minuti, finché l’impasto non si è sollevato intorno alla mela e la parte superiore è croccante, soda e dorata. Un coltello inserito nell’impasto non uscirà pulito, visto che le mele si sono inumidite, ma si può dire che la torta è cotta quando si scuote leggermente la tortiera e la parte superiore del dolce non si muove.

4. Togliere dal forno e mettere da parte per circa 30 minuti prima di rimuovere dallo stampo.

5. Servire leggermente tiepida o a temperatura ambiente. Quando si affetta, utilizzare un coltello seghettato per evitare che le mele si stacchino dalla torta.

Note 


La prima cosa da dire è che non solo lo Starbooks è internazionale, ma anche le edizioni dei libri lo sono… Il mio esemplare è stato comprato a Londra. 
Quello della cara Stefi Araba veniva dagli Stati Uniti. Risultato? Alcune piccole differenze. Ottolenghi spiega ai lettori americani che è necessaria una tortiera a bordi alti. Ma solo a loro. Perché agli europei non lo scrive. 
Le mele, sempre per i lettori USA, sono solo Granny Smith. Le varietà inglesi sono talmente tante e buone che Ottolenghi aggiunge anche le Bramley (come trascritto da me). 
Per gli americani, la farina è normale e con lievito. Per noi europei, è autolievitante: punto e basta. Dimenticavo un dettaglio: per il mix di spezie, che solo per gli americani, Ottolenghi specifica che dev’essere “di mele”, ho messo in un mini-mortaio dello zenzero in polvere, del cardamomo, della cannella (immancabile con le mele) e della noce moscata grattugiata, e dopo aver ridotto il tutto velocemente in poltiglia, ne ho preso un cucchiaio, come dice la ricetta.

-Tutto è perfetto in questa torta dalla semplicità disarmante. 

Le mele, che potrebbero sembrare tante a un certo momento, riempiono la tortiera, facendo un bellissimo disegno, molto goloso, per via dello zucchero e delle spezie. 

Ottolenghi scrive che questo dolce può essere mangiato così com’è, leggermente caldo o a temperatura ambiente, o con l’aggiunta di una pallina di gelato alla vaniglia. Io ho proposto ai miei ospiti dell’altra panna acida, e devo dire che ci stava divinamente. Secondo Ottolenghi, dovrebbe essere consumato il giorno in cui lo si cuoce, o al massimo il giorno dopo, conservandolo in un contenitore ermetico per mantenerlo al suo meglio. 

Non so se ci arriva. Fate un po’ voi. 

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