
Ogni creazione del mondo sembra avere, all’origine, il rapporto più o meno complicato con un frutto. La mela, per Adamo ed Eva. Nella cultura indiana dei Cherokees, invece, è LA FRAGOLA!
Sembra che gli Adamo ed Eva indiani americani degli inizi dei tempi, dopo un po’ che stavano assieme, avevano cominciato a discutere e bisticciare. E fin qui, tutto bene…. Ma la American Eva, un giorno, si arrabbiò così tanto che disse di voler andarsene e non tornare mai più. E così fece. Il primo divorzio registrato. Ma, dopo un certo periodo, Adam (senza la “o” perché è indio-americano) cominciò a cercarla, dispiaciuto per l’accaduto. Il Sole, vistolo pentito, lo aiutò nella ricerca e finalmente ritrovarono American Eva. Dopo vari “non-ci-torno”, il Sole fece crescere una pianta che non si era mai vista sulla Terra prima. Era una fragola. Eva la mangiò e stavolta, percepita la bontà della frutta color rubino, invece del disastro colossale ottenuto dalla mela, si rappacificò con Adam, raccolsero un cestino di fragole e si avviarono insieme per fare ritorno al loro rifugio.
Magari cucinarono questa “galette” che non solo è deliziosa, ma è solare e amorosa.
La potete fare con qualsiasi altra frutta.
Io ho seguito la versione di Carla Lalli Music.
Nel suo libro la ricetta passa come “ANY-FRUIT GALETTE”. Una contentezza. Any fruit. Tutti (o quasi). Mi viene voglia di provare tutta la frutta possibile….
Ingredienti
Per la base
220 g di farina 00
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
200 g di burro freddo non salato, tagliato a pezzetti
Per la frutta
3-4 tazze di fragole o qualsiasi frutta (pere, mele, pesche, prugne, albicocche, ciliegie, frutti di bosco, e ancora: bacche, rabarbaro, fichi, banane e arance)
1 o 2 cucchiaini di scorza grattugiata di arancia, o di limone o di lime, più 1 cucchiaio di succo (facoltativo), oppure ancora dell’essenza di vaniglia, del cardamomo o dello zenzero (non c’é limite….)
Un pizzico di sale
2 cucchiaini di amido di mais (opzionale, ma è molto importante per alcuni frutti)
30 g di burro non salato (facoltativo)
Latte o panna, per spennellare
zucchero per rifinire e aiutare a creare la crosta (facoltativo, ma non tralasciarlo è meglio)
Panna montata, gelato alla vaniglia, crème fraîche o yogurt greco intero, per servire (a scelta e totalmente facoltativo)
Metodo (con variazioni)
Mettere la farina in una ciotola grande all’inizio oppure lavorarla direttamente su una superficie di lavoro pulita, cospargere di sale e zucchero e distribuirla uniformemente con le dita. Aggiungere il burro a pezzetti e sempre con le dita mescolare finché ogni pezzo non sia ricoperto di farina.
Con un mattarello arrotolare il burro nella farina fino a quando il burro non viene appiattito in pezzi lunghi e sottili. Abbiate pazienza nel fare questa operazione. Ma vale la pena. Ogni tanto, fare una pausa e con un raschietto da cucina, riunire il composto, ripulire la superficie di lavoro e anche il mattarello perché probabilmente il burro e la farina si attaccheranno. Lavorare il tutto rapidamente, altrimenti il burro potrebbe diventare troppo caldo. Il punto perfetto é quando i pezzi di burro saranno appiattiti e flessibili (ma non morbidi e molli). Meglio fermarsi prima. Se il burro si ammorbidirà eccessivamente, inizierà a sciogliersi, e si avranno delle difficoltà con il passaggio successivo.
Versare 50 ml di acqua ghiacciata lentamente fino a quando l’acqua non sia stata assorbita dalla farina uniformemente. Se alcuni pezzi di burro si dovessero spezzare in altri piccoli pezzi, non allarmarsi. Va bene così. D’altronde si sta facendo una specie di pasta fogliata. Stendere la pasta, infarinando la superficie di lavoro, per evitare che si attacchi, e con movimenti simili al ripiegamento di una lettera, costantemente, ottenere un impasto liscio ed elastico al centro. Di nuovo, non allarmarsi se l’impasto sembra non unirsi all’inizio. Ci vorrà una decina di minuti. Una volta riunito l’impasto, dargli la forma di un disco di circa 2-3 cm di spessore, metterlo in frigo per almeno 30 minuti (e fino a 2 giorni) prima di stendere la forma desiderata. L’impasto può essere congelato per un massimo di 3 mesi.
PS 1: Naturalmente tutta questa operazione si può accelerare utilizzando un mixer, ma il rischio è di ottenere un impasto troppo denso e “gnucco”. Ma per chi non ha tempo, né pazienza può essere una soluzione. Magari stando molto attenti a che il burro non si riscaldi in eccesso e non si riduca in pezzi quasi invisibili.
PS 2: E naturalmente potete usare della pasta sfoglia surgelata, ma non avrete mai il gusto, la soddisfazione e il risultato di una pasta fatta in casa. Anche se non perfettamente realizzata.
Una volta che l’impasto è riposato in frigo, riprenderlo e stenderlo nuovamente su una superficie leggermente infarinata, dando una forma ovale di circa 30 cm di diametro. Se, nello stendere l’impasto, compariranno delle piccole crepe prossime al perimetro, non preoccuparsi, anche perché esse scompariranno quando daremo forma alla galette.
Appena l’impasto si attacca alla superficie, sollevarlo delicatamente da un lato e spargere la farina sotto prima di continuare. Ottenere una base di mezzo centimetro. Arrotolare la pasta sul mattarello e dispiegarla su un foglio di carta-forno o direttamente su una teglia da forno (se in silicone). Conservare in frigorifero mentre si prepara il ripieno di frutta.
Preriscaldare il forno a 200 ° C.
Ogni tipo di frutta ha, a questo punto, una preparazione singolare. Se si utilizzano delle mele o delle pere, sbucciarle (se desiderato) e tagliarle a spicchi o fette sottili (ma non troppo). Se si usano ciliegie o altri frutti di bosco, lasciarli interi o tagliarli a metà grossolanamente (tipo le fragole). Se si usa il rabarbaro, dimezzarlo in senso longitudinale, dando magari una forma omogenea e bella da vedere. Se si usano i fichi, obbligatorio tagliarli a metà, senza i peduncoli. Per le banane invece tagliarle, anch’esse in diagonale, a fette spesse almeno mezzo centimetro. Per le arance sbucciarle e tagliarle a rondelle, senza i semini.
Mettere la frutta in una ciotola media. Aggiungere la scorza e il succo di agrumi (se utilizzato) e un pizzico di sale; mescolare. Se si usano frutti di bosco molto succosi, aggiungi amido di mais e mescolare delicatamente per ricoprire.
Riprendere l’impasto dal frigo. Mettere la frutta al centro dell’impasto. Poi portare la parte esterna verso l’interno, senza coprire la frutta che dovrà essere lasciata visibile. Operare così per tutta la circonferenza, sovrapponendo delle parti dell’impasto, l’una sull’altra, leggermente.
Usando un pennello, spennellare delicatamente l’impasto con del latte, o della panna oppure del burro rosolato. Poi cospargere dello
zucchero sulla superficie dell’impasto che aiuterà a rendere croccante la galette durante la cottura.
Trasferire la teglia da forno e cuocere fino a quando la crosta non diventa marrone dorato molto intenso e i succhi di frutta gorgogliano, circa 50-55 minuti. Deve proprio sembrare mezza bruciata. E non è bruciata. È, come dicono i francesi, “bien cuit”!!!
Ovviamente, al gorgoglio, perderà del liquido. Per questo è indispensabile la carta-forno. Ma questa è proprio la grazia rustica, io direi, della galette.
Lasciare raffreddare la galette sulla teglia. Appena intiepidita (altrimenti i succhi caduti diventeranno troppo duri), trasferirla su un piatto, con somma cautela. Tagliare la galette a spicchi e servire con panna montata, gelato alla vaniglia, crema alla frutta o yogurt greco, come si vuole.